Ora, bambini e ragazzi emergono adesso da oltre due anni di sacrifici e compromessi che hanno segnato tanto la loro socialità quanto i livelli di apprendimento e, per la prima volta dal 2019, si preparano al nuovo anno con l’aspettativa di tornare alla loro normalità. Che non si pensi quindi nemmeno per una frazione di secondo di ipotecare il futuro dei giovani per risolvere i problemi che gli adulti non riescono a fronteggiare.
Decenni di politiche scolastiche convulse, intermittenti e perlopiù discutibili non sono evidentemente serviti nemmeno a far capire che non faremo nulla di buono finché ci ostineremo a scaricare i nostri fardelli sulle spalle delle nuove generazioni.
Piuttosto che cercare qui la soluzione al caro bollette, si cominci a discutere di tutti gli interventi necessari nelle scuole, ivi inclusi quelli per renderle autosufficienti dal punto di vista energetico. Non si potrà certo dire, nel 2022, che tutto questo sia chiedere troppo.